Questa settimana, pubblichiamo l’articolo intervista dedicato a Giovanni da poco rientrato in Italia dopo 6 mesi di Internship a Shanghai come Graphic Designer.

Verona, Milano, Londra, Madrid, Milano. Un percorso di studio articolato per cercare ed avere il meglio per la propria formazione. Poi lo sguardo verso Oriente.

Giovanni, ci vuoi parlare del tuo percorso di studio, della tua passione per il Design e del perché di un’esperienza in Cina?

Il mio percorso di studi inizia a Verona. Liceo Scientifico.

I primi due anni li passo con qualche debito, devo ammettere che mi divertivo parecchio a scuola, poi inizio a mettere la testa a posto e concludo il percorso in cinque anni, giusto.

Finita la maturità faccio un bel viaggio in Spagna per divertirmi con gli amici.

Tornato da Barcellona, capisco che è il momento di decidere cosa fare all’Università. Avevo le idee abbastanza chiare ma non era ancora deciso nulla. Così a settembre decido di fare il Test di Architettura e Design presso il Politecnico a Milano e riesco a superarlo con una valutazione alta.

Entro così a fare parte del Politecnico di Milano. Settembre 2009, Design della Comunicazione.

Finisco la laurea in tre anni senza andare fuori corso e, come regalo di laurea, chiedo ai miei genitori la possibilità di andare a svolgere un corso di Tipografia presso la Saint Martin di Londra la migliore scuola di Design in Europa specializzata più in Fashion Design ma molto valida anche per Graphic and Communication Design.

Tornato dall’esperienza inglese decido di continuare il Politecnico iscrivendomi alla laurea Magistrale sempre in Design della Comunicazione. Faccio subito richiesta di tornare all’estero e a febbraio parto per Madrid per frequentare per sei mesi la Universidad Complutense.

Torno a casa con tutti gli esami superati, molti amici nuovi sparsi per tutto il mondo e un bagaglio di esperienza formativa e personale in più.

Torno a Milano e continuo la specialistica. Svolgo gli esami presso il Politecnico e poi decido di partire nuovamente. Questa volta mi piacerebbe fare il grande salto: la Cina.

Decido di andare in questo paese perché credo che possa darmi parecchio. Un paese pieno di possibilità, un paese in continua crescita ed evoluzione. Un paese nuovo.

Così inizio ad informarmi su internet e scopro FourStars. Decido di mandare l’application ed attendo la loro risposta.

Dopo tre mesi sono su un aereo diretto a Shanghai. In questa città intraprendo un’esperienza di internship presso una startup belga. Un ambiente giovane, dinamico e stimolante. Lavoro sei mesi, imparo un po’ di cinese e mi diverto.

Shanghai mi ha dato moltissimo. Sia a livello formativo che a livello personale. Ho conosciuto gente interessante, gente che ha voglia di fare, gente che ha voglia di rimettersi in gioco. Gente che dal nulla è riuscita a crearsi la propria attività. Gente stimolante e positiva.

Shanghai è bellissima, è enorme, è vero, ma allo stesso tempo ti abitui a viverci abbastanza velocemente. I cinesi a volte sono un po’ strani, hanno le loro abitudini particolari e il loro modo di vivere ma sono fortissimi. Mi trovavo benissimo con loro. Qualche volta lavorarci insieme ti snerva un pochino ma loro sono fatti così.

In che modo l’esperienza di Internship a Shanghai ti ha arricchito professionalmente e ha contribuito a potenziare la tua formazione? Ha stimolato nuovi interessi?

L’esperienza cinese mi ha dato molto. Come ho scritto precedentemente mi ha aiutato sia dal punto di visto personale sia dal punto di vista lavorativo. Professionalmente mi ha aiutato a svegliarmi ogni mattina presto, recarmi in studio prima dell’orario stabilito e non uscire mai prima della 19.00

Mi ha aiutato a lavorare in gruppo con gente proveniente da tutto il mondo. Mi ha aiutato a progettare in una lingua che non è la mia lingua nativa. Mi ha aiutato a capire come si lavora in un’azienda che realizza progetti in più parti del mondo. Mi ha aiutato a dare il massimo di me stesso per ricevere i complimenti del boss. Mi ha aiutato a capire cosa si fa in sala riunioni e mi ha aiutato a capire che i cinesi mangiano parecchio mentre lavorano.

Oltre tutto questo, inconsciamente la mia formazione professionale si è potenziata parecchio. Il mio sapere a livello lavorativo e progettuale è incrementato e, grazie al mio capo, ora riesco ad organizzare tutto meglio quando penso ad un progetto nuovo.

Sicuramente ha stimolato anche nuovi interessi. Interessi verso nuove cose da fare ma anche un interesse enorme verso quello che ho iniziato a studiare 5 anni fa.

Come paragoneresti la ricerca, lo studio e lo sviluppo del design in Cina confrontato con la situazione Europea?

Per rispondere alla seguente domanda ci vorrebbe un libro intero. Io posso provare a dire quello che ho capito, o meglio penso di aver capito io dopo una esperienza di soli 6 mesi a Shanghai.

L’approccio al Design è molto diverso. In Europa si conferisce molta più importanza alla ricerca, allo studio ed allo sviluppo vero e proprio del progetto. La fase uno è molto intensa.

Si basa tutta sulla progettazione. Si comincia a studiare tutto nei minimi particolari cercando poi di non riscontrare problemi a progetto concluso.

E questo è giustissimo. Il design Europeo è il migliore al mondo, tutto viene studiato nei minimi particolari e si creano prodotti di qualità.

In Cina, invece, non è così. Ripeto è un mio pensiero, forse mi sbaglio. Dopo sei mesi passati a lavorare lì ho capito che loro hanno bisogno di noi Europei in quanto abbiamo più fantasia, cerchiamo di non porre limiti alla nostra fantasia.

E questo è fondamentale nel campo del Design perché parte tutto da qui. Si parte dal progetto, poi si arriva all’output finale. In Cina invece no.

Si chiede subito di arrivare all’output senza ‘perdere’ tempo a pensare a cosa è meglio fare o evitare. Non viene svolta una grande fase di ricerca e il risultato finale ovviamente non è dei migliori.

Hai avuto l’opportunità di vivere e studiare in diverse città europee e quindi di confrontarti con molte persone/culture diverse. Cosa ti ha colpito di Shanghai?

Shanghai è una bellissima città. Si potrebbero dire cose infinite a riguardo.

Quello che però mi ha colpito di più è l’incredibile intreccio riuscito tra passato e presente. Passeggiando in French Concession tutto questo si può notare benissimo.

Si cammina su un marciapiede appena fatto, perfetto, pulito, le piastrelle sembrano state messe ieri poi si gira l’angolo e si nota la Cina più antica:vicoli minuscoli con muri diroccati dove le persone lavano i propri vestiti a mano, gente che cucina, che pela cipolle o che semplicemente riposa all’ombra di qualche albero.

Questo secondo me è bellissimo. Bello vedere che una città come Shanghai negli ultimi anni sia riuscita a diventare una metropoli con i grattacieli più alti del mondo ma allo stesso tempo sia riuscita a mantenere la propria identità orientale tradizionale.

Sogni nel cassetto, obiettivi per i prossimi mesi.

Ora sto lavorando presso uno studio Grafico a Milano. Mi trovo bene, l’ambiente è stimolante e mi piace quel che faccio.

Nel frattempo scrivo la tesi della Specialistica dopodiché mi piacerebbe tornare all’estero. Non so ancora dove, ma questa volta senza conoscere la data di ritorno.


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