Originario di Gulin, nel sud della Cina popolare, Bai Xianyong si trasferisce in giovane età a Taipei (la capitale di Taiwan).
Ed è proprio nella Taipei degli anni ‘70 che si svolge questa torbida storia di amore e gioventù.
Raccontata magistralmente da un autore che non risparmia particolari scabrosi e crudi ai suoi lettori e che, con questo realismo carico di sensibilità cinese, riesce a regalare una fotografia impietosa di una generazione ‘orfana’ (la sua), una generazione che si è sentita abbandonata e dimenticata dal resto del mondo.
Come rileva Andrea Marcelloni, sinologo e proprietario della Libreria Orientalia di Roma: “il libro fa rivivere l’atmosfera anni settanta delle stradine di Taipei, dei locali, dei ristoranti, bar e cabaret dove circolavano i soldati americani, si ascoltavano i Beatles e andavano di moda gli stivaletti e le camicie a fiori.
Un’alternanza tra buio e luminosità, tra solitudine e solidarietà ed uno stile secco e pulito fanno di questo romanzo una lettura da non perdere.
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