Diario di Viaggio in Cina: Leopoldo racconta il suo percorso culturale e professionale tra Shanghai e Hong Kong

Ebbene sì, ormai sono ufficialmente due mesi dal mio arrivo a Shanghai. Ciò significa che, per quanto mi sia innamorato di questa città, soltanto un mese mi separa dal mio trasferimento a Hong Kong per la seconda parte del mio Internship Combined Program.
Nelle ultime settimane parecchi eventi si sono succeduti. Innanzitutto, l’inizio del percorso di Stage presso una società di recruitment e headhunting e la conoscenza di tante persone nuove che quasi faccio fatica a ricordarle tutte.
Shanghai è la città del cambiamento e del rinnovamento per antonomasia. Lavorando per una società il cui core business è muovere le persone verso nuove opportunità di carriera, mi sono reso conto di come un anno a Shanghai sia l’equivalente di cinque anni in qualsiasi altra parte del mondo.

Una cosa, però, è rimasta costante, almeno per me: la lezione settimanale di Cinese che, per chi – come il sottoscritto – è un assoluto beginner, si rivela fondamentale. Ho imparato davvero tanto in questi due mesi di lezioni, e non soltanto dal punto di vista linguistico e grammaticale.
Dopo i primi venti giorni di lezione mattutina e quotidiana, per motivi di lavoro, la frequenza è diventata settimanale e serale. La fortuna è stata dalla mia parte anche in questa circostanza, poiché ho avuto il privilegio di ottenere, per puro caso, un corso privato: sono, a tutti gli effetti, l’unico studente. Ciò mi ha portato a imparare sicuramente in maniera più rapida ed efficace, ma, ancor più importante, ad instaurare un legame di amicizia con il mio insegnante, Daniel.

Sono ormai 4 settimane, infatti, che prima di ogni lezione ci organizziamo per cenare insieme. Ovviamente, lascio a lui totale carta bianca nella scelta di ristoranti e piatti e, onestamente, non sono mai rimasto deluso.
Ho provato diversi tipi di cucina cinese, dalla Shanghainese alla Guandonnese, passando per la regione del Canton, del Sichuan, dello Yunnan e, per non farci mancare nulla, di Hong Kong.
Essendo abituato ai ristoranti “Cinesi” in Italia, devo ammettere di essermi trovato in un mondo tutto nuovo. Non c’è nessuna traccia del Riso alla Cantonese come lo intendiamo dalle nostre parti, né, tantomeno, di pollo alle mandorle.  Tanto meglio così! Tutto ciò che ho provato è ascrivibile allo spazio semantico compreso tra “delizioso” e “squisito”.

image
image
image

Probabilmente, però, più che la condivisione del cibo in quanto tale, ormai è lo scambio di idee e di opinioni con Daniel che rende il lunedì un po’ più speciale degli altri giorni. Ci siamo ritrovati, per l’appunto, a scambiarci informazioni quasi su ogni aspetto delle nostre così distanti culture. Dalla medicina allo sport, dalla storia alla politica fino ad arrivare a tradizioni, filosofie, religioni e, soprattutto, pensieri e posizioni personali.

Purtroppo, l’ultima lezione del mio corso si avvicina inesorabilmente e con essa la fine, almeno per il momento, della mia esperienza a Shanghai. So che mi mancheranno molte delle realtà che caratterizzano questo luogo, ma al tempo stesso sono eccitato e impaziente di vedere Hong Kong. Mi sento ancor più pronto rispetto a quando ho lasciato Milano. Probabilmente perché, grazie a Daniel, che vi ha vissuto a lungo, le nostre ultime lezioni sono state totalmente “Hong Kong Oriented”.

Sempre di più, quindi, mi ritengo fortunato.

Non solo ho potuto sfruttare l’occasione di frequentare un corso individuale, ma ho anche incontrato un insegnante che si è rivelato un amico prezioso per il presente e per il futuro.

 

Continua a leggere il Diario di Viaggio di Leopoldo e prosegui con il capitolo successivo.

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Post precedente

La “Piccola Vienna”: il quartiere ebraico di Shanghai

Post successivo

La Festa delle Lanterne: quando e perchè si festeggia

Ancora nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *