Emanuele è appena tornato dal suo Internship Program a Shanghai della durata di tre mesi.

La sua voglia di mettersi in gioco per fare esperienza, la sua determinazione nel  raggiungimento dell’obiettivo che si era prefissato prima di partire lo abbiamo colto sin dalle prime battute ma ciò che ha colpito maggiormente è stata la modestia nel raccontare la sua esperienza e le riflessioni fatte sul popolo cinese che “impari a conoscere ed apprezzare solo vivendo tra loro”.

Daniela: “Emanuele, perché uno stage all’estero e perché in Cina?”

Emanuele: “Desideravo fare un’esperienza di lavoro che non fosse quella all’interno dell’azienda della mia famiglia in Italia. In più, il Master che ho conseguito ad Edinburgh mi aveva già dato l’opportunità di intraprendere un percorso di studio rivolto al mercato cinese. Guardare la Cina come possibile posto dove fare un’esperienza mi è sembrata quindi una scelta naturale. In più rappresentava un mercato di possibile interesse per l’azienda di famiglia”

Daniela: “Hai scelto l’Internship Program di tre mesi. E’ stato un periodo sufficiente per gli obiettivi che ti eri prefissato?”

Emanuele: “Sì. L’Internship Program mi sembrava l’opportunità migliore per i miei obiettivi e sono soddisfatto perché li ho conseguiti pienamente. Tre mesi sono giusti per fare una breve esperienza lavorativa e farsi una cultura di base del mercato e della cultura cinese. Mentre stavo a SH ho comunque avuto modo di comprendere maggiormente il percorso offerto dall’Internship Master Program. Prima della partenza, non ero interessato a questo tipo di stage per motivi di impegni personali ma lì ho potuto constatarne la ricchezza in termini di offerta per i partecipanti sia per i workshop che per le lezioni intensive di cinese”

Daniela:Hai avuto problemi con la lingua locale? So che parli molto bene l’inglese ma non parli cinese e l’Internship Program non prevede momenti di formazione in aula”

Emanuele:E’ stato difficile a volte comunicare con le persone locali senza avere alcuna conoscenza della lingua cinese. Infatti, pur essendo Shanghai una città così in espansione, pochi cinesi parlano l’inglese dal taxista, al commesso di negozio, al collega cinese. Però una cosa ho apprezzato tantissimo del popolo cinese, la consapevolezza di questo ostacolo e la volontà e pazienza di superarlo. In più, ho avuto la fortuna di trascorrere molto tempo extra lavorativo con Mattia, figlio del proprietario dell’azienda che mi ha offerto lo stage, italiano e con una padronanza eccellente della lingua locale quindi nessun problema linguistico!”

Daniela: “In 3 mesi hai avuto il tempo per fare networking e condividere le tue esperienze con quelle di altri expat a Shanghai?”

Emanuele:Sì! È piuttosto facile a Shanghai. C’è molto spirito collaborativo, forse perché come expat rappresentiamo una minoranza. Comunque, sia durante gli eventi e convegni prettamente lavorativi, sia nei pub, mentre bevi un drink, tutti gli expat socializzano lasciandosi alle spalle cariche e gerarchie lavorative che in Italia a volte pesano troppo rappresentando quindi un momento di opportunità anche dal punto di vista professionale”

Daniela: “La ricerca di Astra Ricerca per Manageritalia del 2013 dice che per andare all’estero servono: apertura al cambiamento, spirito di adattamento e voglia di mettersi in gioco. Sei d’accordo?”

Emanuele:Assolutamente sì! È tutto vero e se non si parte da questa convinzione un’esperienza all’estero non rappresenta un valore aggiunto ed il rischio è quello di non cogliere maggiori opportunità”

Daniela: “Emanuele, per la tua esperienza di stage in Cina, FourStars ti ha aiutato? Ha rappresentato la differenza?”

Emanuele: “Per un’esperienza di stage in Cina, organizzare tutto da soli è molto complesso. Prima di tutto FourStars ha scelto il mio placement sulla base di quanto avevo richiesto sin dall’inizio e cioè entrare in un’azienda di import/export che mi permettesse di fare un’esperienza tenendo conto sia della mia formazione Universitaria che del settore merceologico nel quale opera l’azienda della mia famiglia. In questo modo avrei avuto l’opportunità di portare a casa un bagaglio di nozioni ed esperienza che sarebbe servito al business di famiglia. In più, affidandomi a voi, la logistica (scelta dell’appartamento, risoluzione pratiche burocratiche di registrazione…) era garantita facendomi risparmiare un sacco di tempo in un Paese dove la mancanza della conoscenza della lingua locale può essere un vero ostacolo. Io sono una persona che si organizza i viaggi in modo autonomo ma in questo caso non ho avuto dubbi e ho preferito un supporto”

Daniela: “Per concludere, cosa hai apprezzato della vita a Shanghai?”

Emanuele: “Ho apprezzato la dedizione dei cinesi al lavoro, sono dei grandi lavoratori un po’ per volontà un po’ perché forse non hanno altra scelta. Sono persone aperte, molto socievoli e disponibili. Vivere nel loro Paese, tra loro e con loro, mi ha fatto apprezzare maggiormente la loro cultura e società cogliendone molti aspetti e sfumature che nel nostro Paese è difficile apprezzare. E poi i cinesi hanno una grande passione per l’Italia! Per non parlare dei prodotti che esportiamo in Cina come gli abiti e gli accessori, il vino (alcuni tipi in particolare) e la nostra cucina”

Daniela: “Vuoi condividere con noi un ricordo?”

Emanuele: “Vi lascio un paio di foto che, tra quelle scattate, rappresentano meglio il mio stato d’animo durante la mia permanenza in Cina

Grazie Emanuele, sei stato gentilissimo a condividere con noi la tua esperienza e ti ringraziamo per le splendide foto che esprimono grande positività e gioia che ci auguriamo ti accompagnino sempre!

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