Cai Guo-Qiang: Peasant da Vincis, 10 settembre – 6 gennaio al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Milano

È in corso al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, fino al 6 Gennaio 2016, l’interessante mostra Cai Guo-Qiang: Peasant da Vincis.

La mostra, realizzata dal museo milanese in collaborazione con la Shanghai International Culture Association, è frutto del genio creativo di Cai Guo-Qiang, artista cinese attualmente attivo a New York.

Ne è curatore Larys Frogier, direttore del Rockbund Art Museum di Shanghai.

Il nucleo espositivo nasce da quattro anni di lavoro, durante i quali Cai Guo-Qiang ha perlustrato le zone rurali di nove diverse province della Cina, incontrando gli umili e ingegnosi contadini che le abitano.

Dopo aver ascoltato le loro storie e testimonianze, Cai ha raccolto in una sorprendente collezione le loro invenzioni: macchinari agricoli, velivoli, giocattoli, fontane, automi.

Il cuore della mostra è rappresentato dall’installazione site-specific collocata nel chiostro centrale del museo: una gigantesca portaerei alta venti metri, attorno a cui orbitano rudimentali sottomarini e aerei di fattezza artigianale.

Cai-Guo-Qiang-Peasant-da-Vincis

L’attività creativa dei “contadini – inventori” viene celebrata in un museo che raccoglie i frutti dell’ingegno umano e i progetti visionari e geniali di  Leonardo.

In effetti, all’artista piace immaginare che si tratti di nuovi moderni “Contadini Da Vinci” (ecco spiegata l’originalità del titolo della mostra).

L’anacronismo di questa associazione apre la strada a moltissime riflessioni sull’arte, soprattutto quella contemporanea, che talvolta tanto si discosta dall’essenza creativa dell’intuizione artistica, per andare in contro a macchinose speculazioni concettuali.

Cai-Guo-Qiang-Peasant-da-Vincis-2

 

In mostra un omaggio all’immaginazione umana, lontana dalle norme accademiche, pura e congenita propensione al progresso, non tanto tecnologico quanto spirituale ed  espressivo.

L’umile realtà rurale che per noi rappresenta il passato, costituisce in zone non troppo remote del pianeta un autentico momento presente.

Dunque, il filo conduttore è ancora una volta la dote creativa innata dell’uomo, sempre incline all’evasione dalle contingenze e alla ricerca di invenzioni per una vita migliore.

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