Un numero sempre maggiore di giovani italiani guarda la Cina come “la Terra delle opportunità”.

Il  mercato in espansione in molti settori e la ricerca di personale qualificato occidentale porta molti ragazzi (e non) a decidere di lasciare l’Italia alla ricerca di un lavoro non necessariamente con l’intenzione di non tornare ma per arricchire il proprio CV con una esperienza internazionale tanto richiesta oggigiorno dalle aziende in un mercato sempre più globale.

L’altra evidenza è il grande numero di imprese italiane europee e statunitensi che hanno aperto e stanno aprendo filiali in Cina.

Questa espansione rende necessario il trasferimento e/o la ricerca di nuovi collaboratori per coprire posizioni aziendali con differenti competenze e skill.

Il made in Italy nel settore della moda ad esempio offre interessanti opportunità per fashion stylist o designer di provenienza italiana ma anche ilsettore food, finanziario e metallurgico sta ampliando la penetrazione nel mercato cinese con la conseguente ricerca di personale occidentale specializzato da affiancare a quello locale.

Parlando della mia esperienza, quando ebbi per la prima  volta l’occasione di fare un periodo di studio a Beijing non ero del tutto preparato a quello che avrei trovato.

Pur avendo studiato lingua e cultura  cinese fino ad allora, l’idea che mi ero fatto della Cina era sensibilmente diversa dalla  realtà che trovai.

Avevo infatti immaginato, tra le varie cose, città grigie e senza storia, grattacieli modernissimi e un popolo dedito solo al  lavoro. Mi sbagliavo. Città come Beijing e Shanghai sono metropoli da oltre 20 milioni di abitanti, sempre più multiculturali e moderne, i servizi urbani come autobus, metro e taxi offrono un servizio di alto livello su grandi estensioni di territorio con rari disservizi.

L’opportunità di conoscere molte persone locali nel corso dei miei soggiorni a Shanghai e Beijing ha contribuito a rafforzare l’interesse e  l’apprezzamento personale verso un popolo  che è molto ospitale, estremamente riflessivo e curioso.

La condivisione di momenti di lavoro e tempo libero con loro mi ha fatto scoprire il concetto cinese di armonia, la loro dedizione al lavoro ed all’operosità, il senso di comunità che si percepisce fortissimo anche in città immense, lo spirito di condivisione ed accoglienza.

Queste peculiarità si riflettono in ogni momento e contesto della vita quotidiana compreso l’ambito professionale. In contesto lavorativo, quello che mi ha colpito positivamente ed incoraggiato allo stesso tempo è stato l’eccezionale dinamismo.

Come si usa dire nella comunità expat, “un anno a Shanghai ne vale sette in Europa”.

Ecco dunque i requisiti di base che, dalla mia esperienza, deve possedere un giovane italiano e chiunque voglia andare a vivere o lavorare in un Paese così differente dal nostro: capacità di adattamento a una cultura diversa, consapevolezza dei ritmi lavorativi sfidanti, essere open-minded al fine di agevolare e rendere produttive le relazioni non solo con i colleghi ma con la tutta la comunità locale, sfruttare ogni occasione per fare networking sempre e ovunque ma soprattutto avere degli obiettivi e perseguirli.

E voi, siete pronti a mettere a disposizione la formazione acquisita e il desiderio di confrontarvi per rimettere in gioco tutto per  la vostra crescita professionale e personale?

Fabrizio


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