Filippo, 25 anni, originario di Modena, un’esperienza di Erasmus a Granada e una laurea in Brand Management conseguita a Milano. Lo accompagniamo nelle tappe del suo Internship Language Program a Hong Kong: in questo capitolo ci racconta del suo incontro con la cucina cinese e del confronto culturale con la gente del posto.
La vita quotidiana a Hong Kong prevede inevitabilmente una totale immersione nelle abitudini culinarie del posto.
Prima di partire, avevo sempre apprezzato e mangiato piatti cinesi e della cucina asiatica in generale, tuttavia non avevo una chiara idea di cosa mi riservasse la scoperta di nuovi cibi al momento del mio arrivo in Asia.
Fortunatamente, nel primo periodo di permanenza a Hong Kong, i miei compagni di scuola mi hanno introdotto nei ristoranti della città.
In particolare, il mio amico giapponese Kenta, con cui ho legato dal primo giorno di lezione, si è incaricato di farmi conoscere le principali delizie del posto tra una lezione e l’altra.
Devo dire che la maggior parte dei cibi che Kenta ed io abbiamo assaporato durante i nostri pasti sono stati tutti di mio totale gradimento, forse anche per la mia attitudine ad assaggiare tutto e non partire prevenuto, ma la cucina orientale mi ha conquistato sempre più, giorno dopo giorno.
Se dovessi stilare una classifica culinaria sulla base del mio gradimento, al primo posto ci sarebbero sicuramente i ‘Dumplings’ coi gamberi, una vera e propria meraviglia cinese.
Il secondo posto se lo aggiudicherebbero i famosi ‘Hot Pot’ serviti nelle più disparate versioni, dal pesce alla carne per finire con quelli vegetariani. Io amo molto quello in carne di manzo con le verdure.
Infine, sul gradino più basso del podio, ma non certo con demerito rispetto agli altri due, si piazza il più classico e conosciuto riso alla cantonese, anche questo con le sue infinite varianti.
Una differenza sostanziale che ho notato con i ristoranti asiatici che si trovano in Europa è proprio il vasto assortimento di versioni per ogni singolo piatto presente in menù.
Ad esempio, se in Italia ordini un “involtino primavera”, è probabile che ci sia una sola varietà di questo piatto, mentre in Cina la stessa pietanza è presente in decine di versioni differenti, con sapori e ingredienti molto diversi tra loro.
Inoltre, camminando per i quartieri della città è facile incontrare, sia visivamente sia sul piano olfattivo, enormi bancarelle di ‘street food’ dove la gente si ferma a mangiare a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Questi “ristoranti ambulanti” si trovano in particolar modo nella ‘Kowloon side’, dove le radici e tradizioni cinesi sono ben più radicate e profonde rispetto alla più occidentalizzata ‘Hong Kong island’.
Solitamente, nella mia quotidianità, cerco di mantenere una dieta bilanciata e variegata e, ovviamente, non esclusivamente cinese.
Nel primo periodo l’entusiasmo della nuova esperienza ti spinge a provare e assaggiare piatti fino a quel giorno sconosciuti, poi però, abituandosi alla vita del posto si cerca di equilibrare maggiormente l’alimentazione secondo quelle che sono le proprie abitudini.
Per questo motivo, in pausa pranzo cerco di arrangiarmi con un’insalata di pasta fredda o un panino nel ‘Mall’ di fronte all’ufficio, mentre la sera vario dalla carne, al sushi a una pizza con i compagni di calcetto dopo la partita.
Sempre per rimanere sul tema cibo, chiedendo alle persone del posto cosa sappiano o conoscano dell’Italia, la risposta più comune è senza dubbio: pizza, spaghetti o gelato.
Secondo questo simpatico sondaggio, inoltre, risultano essere di grande rilievo i brand di moda provenienti dal nostro paese.
Non a caso, i due settori più potenti dell’economia italiana a Hong Kong sono proprio il Food & Beverage e il Fashion, che costituiscono una diffusione capillare dell’italianità nelle vie della città e giustificano l’elevata presenza di popolazione italiana sul territorio.
La permanenza in Cina ti permette anche di conoscere gente del posto e di capire come la nostra cultura sia totalmente diversa dalla loro.
Un aspetto che mi ha colpito particolarmente del carattere e di alcuni atteggiamenti della cultura cinese è l’apparente freddezza con cui interagiscono le persone, in contrasto con il tipico calore italiano nel relazionarsi: le dimostrazioni d’affetto e la cordialità sono molto ridotte nei rapporti tra cinesi, rispetto agli standard a cui siamo abituati.
Un altro luogo comune sui cinesi di cui avevo sentito parlare, ma di cui ho avuto la prova vivendo in Cina, è l’estrema disinvoltura con cui emettono rumori dalla bocca in qualsiasi luogo essi si trovino: dalla tavola, all’ufficio alla metropolitana.
Questa abitudine può rappresentare stupore per chi non ci è abituato, divertimento e tolleranza per le persone più spiritose ed infine disgusto per i più schizzinosi.
Un altro aspetto che mi ha colpito enormemente è la disponibilità dei cinesi ad aiutare gli altri o nelle situazioni di emergenza, oltre che il massimo rispetto delle regole e consuetudini.
Ad esempio, mi ha colpito profondamente il rispetto della fila durante l’attesa dell’arrivo della metropolitana, anche operando un confronto con quanto ho potuto vedere durante la mia esperienza a Milano.
Gradi così elevati di educazione e senso dell’ordine sono difficili da trovare in altri luoghi del mondo, così come la quasi totale assenza di criminalità e di furti.
Hong Kong è una città che ti concede di vivere tranquillamente anche di notte senza avere il timore di essere aggredito o scippato.
In conclusione, col passare del tempo risultano maggiormente evidenti le peculiarità culturali delle persone che abitano in una città così variegata come Hong Kong, ma, a mio modo di vedere, è anche uno degli aspetti più belli e stimolanti di vivere in questa realtà.
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