Sin dal XIII secolo, quando i primi missionari francescani giunsero alla corte del Khan, gli italiani furono tra i primi occidentali ad avventurarsi nel grande Impero cinese. Questi missionari ed esploratori raggiunsero per lo più le capitali del “regno di mezzo”, alla ricerca di buoni affari commerciali o per la diffusione del credo cristiano e della scienza occidentale presso l’intellighenzia del tempo: i letterati, le alte cariche pubbliche e la stessa corte imperiale.

Anche Shanghai, da sempre porto internazionale della Cina, ha registrato ben presto visitatori dall’Italia: è questo il caso dei due missionari cattolici Lazzaro Cattaneo e Francesco Brancati, giunti a Shanghai nei primi anni del 1600.

Molti furono gli italiani a Shanghai che lasciarono un segno importante nella città e anche oggi, pur rimanendo relativamente piccola, la comunità italiana rappresenta una realtà importante per i suoi commerci e la sua cultura.

Gli italiani a Shanghai nell’Ottocento

Fu però solo 250 anni dopo che, su invito del vescovo di Nanchino, nacque la prima sede stabile dei missionari gesuiti a Shanghai: il grande complesso di Zikawei, costituito da chiese, biblioteche, conventi, orfanotrofi e persino un osservatorio meteorologico. Ben presto questo centro divenne il principale strumento di diffusione della cultura cattolica, oltre che importante luogo di studio ed integrazione con il territorio di Shanghai.

La presenza italiana a Shanghai, come detto principalmente missionaria ai suoi inizi, vide soltanto nel 1860 l’istituzione di un ufficio consolare dell’allora Regno di Sardegna, poi confermato dal Regno d’Italia in seguito all’unificazione. Sei anni dopo, nel 1866, venne stipulato il primo trattato italo-cinese tra l’ammiragliato italiano, e le autorità cittadine.

In questi anni e per tutto l’Ottocento si trattò di una comunità estremamente esigua che crebbe soltanto in seguito alle concessioni ottenute con l’intervento militare durante la Rivolta dei Boxer (1899-1901).

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La Little Italy della vecchia Shanghai, tra Nanking Road (oggi East Nanjing Road)e Szechuen Road (oggi Sichuan Road)

Gli italiani a Shanghai nella prima metà del Novecento

Negli anni venti del Novecento, il cosiddetto periodo d’oro della “Vecchia Shanghai”, gli italiani a Shanghai rimasero confinati in numeri ridotti, raggiungendo circa 200 residenti ufficiali.

Quasi tutte le attività italiane erano concentrate nell’allora “international settlement”. Le principali concentrazioni di attività si ebbero quindi tra le vie di Nanking road (oggi East Nanjing road) e Szechuen road (oggi Sichuan road), dove si concertavano negozi di alimentari e ristorazione, mentre le sedi finanziarie erano presso le vie di Kiukiang road (Jiujiang road) e Kiangse road (Jiangxi road). Le sedi diplomatiche erano invece in Bubbling Well road (West Nanjing road).

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Shanghai, 1934, Virginio Chieri, giovane allievo ufficiale umbro-toscano a pranzo con il Sindaco di Shanghai Wu Te Chen sul vascello “Conte Verde

Il Dopoguerra

Nel 1949, conclusasi la seconda guerra mondiale e con la nascita della Repubblica Popolare Cinese, anche Shanghai chiuse le porte agli stranieri, riducendo di fatto la presenza internazionale, anche italiana, ai minimi storici.

Nell’abbandonare le sedi diplomatiche italiane vennero purtroppo distrutti tutti i documenti delle rappresentanze sul territorio, rendendo oggi molto difficile ricostruire con maggior esattezza l’effettiva grandezza e composizione della comunità italiana prima di quegli anni.

Italiani illustri in Cina

Sono però noti i nomi di alcuni eccellenti compatrioti che, per diversi motivi, ebbero modo di calcare le strade della “Parigi dell’Asia”: tra di essi possiamo ricordare Guglielmo Marconi, che nel 1933  andò in visita all’università Jiaotong, la prima università con un corso di radioelettricità e che eresse un monumento in suo onore all’interno del campus.

In quegli anni era presente nella città anche Galeazzo Ciano, console dal 1930 al 1933, che si distinse nella società shanghainese per il lusso dei suoi ricevimenti e per la sfrenata vita mondana.

Meno noto ma per certi versi altrettanto influente nella comunità locale fu la presenza di Mario Paci, direttore dell’orchestra sinfonica di Shanghai, fondata nel 1879 e da lui diretta dal 1919 fino al 1942. Partecipò anche alla fondazione della Scuola Speciale di Musica di Shanghai, che dal 1956 divenne il Conservatorio di Shanghai.

 

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2 Commenti

  1. Mauro Schembri
    29/01/2019 at 9:52 — Rispondi

    Buongiorno,
    sono Mauro Schembri, docente di mandolino al Liceo Musicale “Regina Margherita” di Palermo e componente del Quintetto a pizzico Nomos.

    Mi occupo di musica da camera per mandolino e con Quintetto a pizzico Nomos e il soprano Francesca Adamo Sollima, nonchè mia moglie, stiamo cercando di organizzare una piccola tournee di promozione in Cina, nello specifico nell’area di Shanghai, che abbia come filo conduttore le Ouverture e le arie d’opera più famose.

    Si tratta di un progetto intimamente legato alla ricchezza del patrimonio italiano musicale, che attraverso la rivalutazione di uno strumento, che molto spesso purtroppo viene dimenticato anche in patria, mira all’esportazione dell’identità italiana nel mondo.

    Gli eventuali programmi musicali e artistici contemplerebbero oltre che le arie del repertorio operistico italiano (negli adattamenti e trascrizioni storiche per formazioni a plettro), sinfonie e ouverture d’opera, anche brani orginali di compositori italiani contemporanei.

    Sono in contatto da qualche giorno con l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai (IIC) il quale si è tranquillamente offerto di sostenere totalmente le spese di viaggio e alloggio.

    Noi vorremmo offrirVi un concerto e un piccolo workshop sulla storia del mandolino e sul forte legame con la storia musicale prettamente italiana, coinvolgendo il pubblico e invitandolo a provare gli strumenti avendo così un contatto diretto con l’identità musicale italiana.

    Vi invito a visionare i curricula in allegato e i link qui in basso in merito ai siti web e alle performance artistiche.

    Sicuri che la musica possa contribuire in modo rilevante a favorire incontri e scambi in campo sociale, linguistico, artistico ed educativo rimanango in attesa di un Vs riscontro.

    Distinti saluti

    Cordiali saluti

    Mauro Schembri

    Contatti:

    tel.+393807116754

    e-mail: mauroschembri@libero.it

    Web Links:

    https://adamosollima.com

    https://quintettonomos.jimdo.com

    • 05/02/2019 at 9:30 — Rispondi

      Grazie per il commento!
      FourStars

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