Accompagniamo Filippo, 25 anni,  lungo le ultime tappe del suo Internship Language Program a Hong Kong. Proveniente da Modena, dopo un’esperienza di Erasmus a Granada e una laurea in Brand Management a Milano, ci racconta la sua esperienza in Cina. In questo capitolo un bilancio delle aspettative soddisfatte e delle aspirazioni per il futuro.

 

Se fino a solo un anno fa qualcuno mi avesse detto che avrei vissuto un’esperienza di 6 lunghi e intensi mesi in Cina, sicuramente non ci avrei creduto.

La vita è sempre in grado di sorprenderti, portandoti a prendere decisioni e assumere un carico di responsabilità che anche tu, forse, non avresti mai immaginato.

È proprio qui che entra in ballo il gioco dell’ambizione: essere disposto a investire sulle tue capacità, vivere il brivido del rischio delle scelte che prendi, poiché la vita è composta di dare e avere, un “trade-off” che ero consapevole di giocarmi quando ho deciso di accettare questa sfida.

Strada di Hong Kong

A posteriori, sono consapevole dell’arricchimento e del bagaglio pieno che mi porto a casa dopo aver vissuto questa esperienza internazionale professionalizzante: un carico di competenze di cui prima non ero minimamente a conoscenza.

Posso sicuramente dire di aver soddisfatto le aspettative che avevo prima di iniziare questa avventura, in particolare, aver migliorato e raffinato le “soft skills che la vita in Cina richiede, come il fatto di essere smart nelle situazioni di vita quotidiana e nel lavoro, nonché aver consolidato e ampliato la conoscenza delle lingue straniere.

Fin dal primo giorno in azienda, mi è stato detto che avrei dovuto seguire contemporaneamente diversi progetti.

In un primo momento, sono stato inserito nel Packaging Department per assistere la manager nei processi, oltre a capire il mondo e procedure del packaging nella grande distribuzione organizzata.Foto 29

Nella seconda parte dell’esperienza invece, sono stato affiancato alla Business Developer dell’azienda per assisterla in alcune analisi di mercato sulle categorie merceologiche di riferimento, oltre che analizzare i trend delle merci stesse, in particolare in relazione al mercato distributivo italiano.

Lavorare in una grande azienda, rispetto a realtà più piccole, rende più complesso il raggiungimento di un livello elevato di autonomia e di responsabilità. Nelle realtà molto strutturate, infatti, è difficile avere una panoramica totale delle attività svolte dall’azienda, ognuno ricopre un ruolo nell’ambito dell’organizzazione aziendale e ha determinati compiti da svolgere.

Per questo motivo, nel mio percorso di stage ho seguito perlopiù le richieste dei miei superiori e le esigenze di lavoro dei manager. Nel complesso, però, ritengo che sia stata un’esperienza molto formativa, sia per le competenze che ho avuto modo di acquisire, che difficilmente si acquisirebbero in un lavoro analogo in Italia, sia per il confronto e la collaborazione con colleghi in possesso di una cultura lavorativa molto distante e diversa dalla nostra occidentale.

Lavorando con un gruppo di lavoro cinese, si entra a contatto con alcuni tratti professionali estranei al nostro modo di lavorare: talvolta una certa inflessibilità operativa e la rigidità mentale dei lavoratori cinesi possono creare qualche disagio, ma si impara anche ad apprezzare la precisione e la cura minuziosa nei dettagli, che spesso noi europei riteniamo superflui e di poco rilievo per il raggiungimento di un obiettivo finale.

Un ulteriore fattore rilevante della vita lavorativa di Hong Kong è la facilità con cui si riesce a fare network con persone di spicco e con livelli di carriera avanzati, che potrebbero rappresentare un grande valore aggiunto per il proprio futuro. Saper mettere a frutto e mantenere i contatti è un’abilità che questo tipo di esperienza aiuta a sviluppare, da tenere in seria considerazione per il proprio avvenire.

Complessivamente, l’aspetto che preferisco del lavoro a Hong Kong è la possibilità di crescere in un ambiente molto professionale e in una città dal profilo estremamente internazionale. Vivere e lavorare in un paese straniero e in un continente così in crescita e dinamico come l’Asia mi rende orgoglioso e consapevole delle mie capacità.

Un bel banco di prova insomma, non semplice, colmo di difficoltà e sfide da superare ma che col tempo lascia tante soddisfazioni.Hong Kong di sera

Giungendo al termine di questa esperienza, lo sguardo è già rivolto al futuro.

Questa esperienza lavorativa professionalizzante non ha fatto altro che consolidare le mie aspettative e ambizioni di intraprendere una carriera internazionale, proprio come desideravo prima di iniziare questa avventura.

Se potessi scegliere dove proseguire la mia carriera professionale, sinceramente non saprei ancora. L’importante sarebbe trovare un’azienda che sia disposta a puntare e investire sulla mia crescita e che mi permetta di inserirmi in un ambiente lavorativo coinvolgente e stimolante.

La vista su Hong Kong

Per quanto mi riguarda, il luogo resta in secondo piano, anche se posso affermare che l’Asia mi piace tantissimo e auguro a chiunque di avere l’opportunità di scoprirla e viverla!

L’Internship Language Program a Hong Kong ha migliorato e valorizzato le mie capacità e spero che questi progressi mi consentano di raggiungere i miei prossimi obiettivi professionali. Non sempre i desideri e le aspettative dipendono solo da noi stessi: spesso bisogna avere un po’ di supporto ed essere assistiti da un pizzico di fortuna.

 

> Continua a leggere il Diario di Viaggio di Filippo e prosegui con il capitolo successivo.

 

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