Diario di Viaggio in Cina: Leopoldo racconta il suo percorso culturale e professionale tra Shanghai e Hong Kong

Hong Kong è caotica, Hong Kong è stretta, Hong Kong è claustrofobica, Hong Kong non ti lascia mai lo spazio per stare un po’ solo, in silenzio, con te stesso.

Quante volte me lo sono sentito dire, quante volte lo sentirò ancora. Di una cosa, però, sono certo: non sarò mai io a pronunciare queste parole.

Certo, se non ci si guarda intorno, se si resta costantemente ancorati alla pigrizia di una mattinata domenicale, tutto ciò può avere un fondo di verità, ma basta aprire gli occhi per rendersi conto delle vie di fuga, meravigliose, che Hong Kong offre per allontanarsi dal caos metropolitano che la caratterizza nel profondo.

Dopo quasi due mesi di permanenza sull’isola per la seconda fase del mio Internship Combined Program, posso affermare di aver trascorso, nei weekend, la maggior parte del mio tempo libero in giro tra meravigliose passeggiate, che qui chiamano Hiking, e spiagge paradisiache.

È quanto mai difficoltoso, per me, scegliere di raccontarne una piuttosto che tutte le altre, ma cercherò di farlo comunque.

Racconterò quindi la mia prima escursione, perché, come nella maggior parte dei casi, la prima volta non si scorda mai!

Era un sabato mattina quando alcuni miei colleghi di lavoro mi proposero di prendere parte ad una gita in spiaggia il giorno successivo.

La giornata iniziò con il piede sbagliato: grigia, ventosa e, fino a quel momento, sicuramente la più fredda da quando ero arrivato a Hong Kong.

Decisi, però, di non scoraggiarmi. Anche se la giornata era di quelle uggiose, pensai, meglio trascorrerla in compagnia su una spiaggia che in qualunque altro modo.

 

Appena arrivato al punto di raccolta, i miei colleghi mi presentarono i loro amici, il che mi permise di rendermi conto che il gruppo era davvero numeroso e, ovviamente, multietnico.

Si decise che, per via delle pessime condizioni climatiche, forse avrebbe avuto più senso inoltrarsi in un trekking, a patto che ci conducesse, comunque, ad una spiaggia.

La scelta ricadde sul cosiddetto “Dragon’s Back”, sentiero di montagna che va a terminare presso la spiaggia di “Big Wave Bay”.

 

Nessuno di noi era attrezzato in maniera consona per affrontare una passeggiata di quel tipo, in fin dei conti la prospettiva iniziale era quella di passare il pomeriggio in spiaggia, per cui, a metà del sentiero, eravamo tutti piuttosto affamati e, probabilmente, anche un po’ stanchi. Tuttavia, accadde qualche cosa che mi stupì profondamente.

Si erano ormai fatte le 4 di pomeriggio quando, arrivati a stomaco ancor vuoto poco oltre la metà del nostro tragitto, scoprimmo la possibilità di accorciare il cammino e, ancor più importante, dare una forte accelerata al ritmo dell’inseguimento al ristorante. Dopo un summit durato il tempo di uno sbadiglio, decidemmo all’unanimità che non avremmo preso scorciatoie, ma saremmo andati tutti insieme fino alla meta, aiutandoci e soffrendo come un gruppo.

 

Ebbene, da lì in poi affrontammo un’altra ora di cammino che, ovviamente, ci premiò con la visione di panorami straordinari e con l’approdo a un ristorante a due passi dal mare tanto gustoso quanto economico.

La giornata finì all’insegna di molteplici brindisi alla nostra resilienza e alla bellezza della natura che avevamo potuto osservare.

Ovviamente il punto di arrivo, la spiaggia di Big Wave Bay, ci ha accolto con un panorama stratosferico ed indimenticabile. Qui infatti, oltre a tipici spartani ristoranti e a surfisti di ottimo livello, si può ammirare un paesino di pescatori locali estremamente pittoresco.

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Non bisogna credere, quindi, a chi sostiene che Hong Kong soffochi e opprima, probabilmente, questo qualcuno non è stato abbastanza fortunato o volenteroso per allargare i suoi orizzonti e vedere i selvaggi e incontaminati scorci naturali che l’isola offre a chiunque voglia, per così dire, scappare per un giorno o due dalla metropoli.

 

Il Diario di Viaggio di Leopoldo è giunto alla fine, leggi l’ultimo capitolo della sua avventura!

 


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