Hong Kong è ormai unanimemente riconosciuta come “la città più verticale del mondo”: svetta nella classifica mondiale delle città che ospitano più grattacieli, vantando più di 1250 edifici oltre i 14 piani e 36 edifici residenziali tra i 100 più alti al mondo.
Il caratteristico skyline di Hong Kong non è affatto un vezzo stilistico, ma nasce in realtà in funzione di un’emergenza abitativa. L’altissima e sempre crescente densità di popolazione e la concreta mancanza di spazi hanno infatti determinato la necessità di uno sviluppo edilizio in verticale. Basti pensare che la porzione di terreno edificabile tra il porto e le erte colline misura in media solo 1,3 km.
I grattacieli sono poi certamente un retaggio della lunga era coloniale che ha contraddistinto Hong Kong e in virtù della quale la città conserva ancora oggi un aspetto moderno, accostato alle pratiche tradizionali della cultura cinese.
L’intera isola di Hong Kong fu occupata dalle forze britanniche nel 1841, a conclusione della Prima Guerra dell’Oppio, scatenata a causa del rifiuto da parte delle autorità della dinastia Qing a importare oppio dall’India britannica. L’occupazione, conquistata di fatto in cambio della sospensione di un intervento militare armato, fu ufficializzata con il Trattato di Nanchino nel 1842 e suggellata con la fondazione di Victoria City nel 1843.
Nel 1949, con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese, molti cinesi dal continente emigrarono a Hong Kong per sfuggire al controllo del Partito Comunista, così come molte aziende vi trasferirono le proprie attività.
Hong Kong è rimasta colonia della Gran Bretagna fino al 1997, con una sola breve parentesi di sospensione, tra il 1942 e il 1945, in cui si impose l’occupazione giapponese.
Dal 1997, in seguito a una dichiarazione congiunta di Cina e Gran Bretagna, redatta nel 1984, la sovranità è stata trasferita alla Repubblica Popolare Cinese ed Hong Kong è divenuta Regione Amministrativa Speciale (conserva le sue leggi di stampo britannico, si parla prevalentemente la lingua inglese, ha valuta propria e un alto grado di autonomia).
Oggi Hong Kong è un centro finanziario internazionale importantissimo, con una rete di trasporti molto sviluppata e un’economia sempre più legata al turismo, oltre che al commercio internazionale. Qui si incontrano le reminiscenze culturali di un Oriente vicinissimo e le consuetudini occidentali eredità della secolare presenza coloniale britannica.
Lo stesso nome “Hong Kong” nasce dall’incontro tra le due culture: i marinai britannici riprodussero in modo alquanto maccheronico la pronuncia con cui i pescatori del luogo chiamavano l’insenatura del porto, da un termine traducibile letteralmente come “porto profumato” (l’associazione al profumo derivava forse dall’afflusso nel porto delle acque dolci del fiume Pearl o dalle fabbriche di incenso che occupavano la costa prima dell’occupazione britannica).
Con la firma del Trattato di Nanchino il nome Hong Kong fu reso ufficiale e assegnato all’intera isola.
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