Definizione di Shock Culturale

Si definisce Shock Culturale il processo di adattamento a una dimensione culturale nuova, che comporta l’obbligo di relazionarsi con persone, oggetti e situazioni non familiari, causando una perdita dei punti di riferimento abituali.

Il termine è dunque attribuibile alla gamma di reazioni emotive, affettive e cognitive che possono insorgere lungo il percorso di integrazione di una persona in un nuovo contesto, generalmente in un paese straniero (ma può succedere anche con il trasferimento in una nuova città e addirittura con l’inserimento in un nuovo ambiente lavorativo o scolastico).

Le Cause

Le cause più comuni che conducono allo shock culturale sono le seguenti:

  • Barriere linguistiche

Le difficoltà sul piano linguistico possono limitare le possibilità di comunicare e di esprimersi, anche nei piccoli momenti quotidiani, causando frustranti incomprensioni e sviluppando una spiacevole dipendenza da altre persone più esperte.

  • Insicurezze

Il confronto con una dimensione culturale molto diversa da quella a cui si è abituati può essere foriero di ambiguità, poiché può causare dubbi e incertezze sul comportamento da adottare in alcune situazioni e nelle relazioni con le altre persone, sia in ambito lavorativo che nelle piccole attività di tutti i giorni.

  • Conflitto di valori

Non solo potrebbe rivelarsi difficile accogliere i paradigmi e i valori della nuova cultura, ma potrebbe anche succedere che i valori della propria cultura di origine non vengano apprezzati e magari siano denigrati da qualcuno, con conseguenti disagio e fastidio.

  • Differenza di abitudini, strutture, sistemi di supporto

Le abitudini alimentari, la routine quotidiana, ma anche la necessità di rapportarsi con strutture sociali, istituzioni e sistemi di supporto (ad esempio medici) nuovi: tutto ciò che comporta un cambiamento radicale a lungo termine delle abitudini esistenti può risultare destabilizzante e creare disagio.

Le fasi del processo di Shock Culturale

Posto che ogni persona affronta il percorso di adattamento alla cultura ospitante secondo le proprie esigenze e possibilità, si possono riscontrare alcune fasi generali, tipiche del processo di elaborazione dello shock culturale.

La conoscenza di queste tappe può rivelarsi utile, per poter riconoscere ciò che ci sta accadendo dopo il trasferimento in un paese straniero.

  1. Fase detta “della luna di miele”

Durante le prime settimane di permanenza all’estero (o in una realtà nuova) si sfodera sempre lo spirito del turista, entusiasta di scoprire abitudini e posti nuovi, di assaggiare il cibo locale. Tutto si rivela carico di fascino e provoca emozioni piacevoli.

  1. Fase detta “di disorientamento, rifiuto o alienazione”

Generalmente dopo 3 o 4 mesi di permanenza, l’entusiasmo iniziale viene meno, cominciano ad affiorare i fattori negativi e le difficoltà di adattamento aumentano.

Emerge una sensazione di inadeguatezza, aggravata dall’impressione che nessuno sia in grado di comprendere tale malessere.

Le conseguenze oscillano tra un sentimento di ostilità nei confronti della cultura ospitante e la frustrazione per le difficoltà quotidiane nell’adattamento socio-culturale.

È molto comune, in questa fase, che si facciano costanti confronti con la propria cultura, esaltandone gli aspetti positivi a detrimento del luogo in cui ci si trova.

> consigli: È bene non lasciarsi spaventare o scoraggiare da questa fase, che è solo transitoria. Si può affrontare attivamente il disorientamento migliorando la propria padronanza della lingua locale e al tempo stesso frequentando altri expat che vivono da tempo sul posto e che possano fungere da guida.

  1. Fase detta “di transizione, regressione o regolazione”

Dopo circa un anno dal trasferimento in un nuovo contesto culturale comincia una fase di regolazione, in cui si iniziano a sentire le attività quotidiane come normale routine: si è ormai abituati alle usanze e ai ritmi locali, si fanno nuovi tentativi di integrazione con la gente del posto.

Consigli: Durante questa fase non si è ancora “fuori pericolo”! Tutto dipende dall’approccio che si decide di adottare: c’è chi sfodera un atteggiamento positivo e costruttivo e c’è chi continua a chiudersi nel rifiuto della cultura locale, isolandosi.

È importante fare un piccolo sforzo ed essere propositivi, stringere amicizia con gli abitanti locali e svolgere attività che possano aumentare l’interesse e il legame con il paese “adottivo”, per passare brillantemente all’ultima fase.

  1. Fase detta “di padronanza o accettazione”

Si tratta della fase definitiva, in cui si raggiunge l’integrazione e ci si sente finalmente a casa nel paese che ci ospita. La vita quotidiana trascorre piacevolmente e senza disagio costante.

Ovviamente possono insorgere alcune difficoltà, ma il sentimento prevalente è di agio e abitudine nei confronti delle situazioni che la vita propone.

Non si fanno più confronti, ma semplicemente si vive spontaneamente in un nuovo paradigma.


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