La scorsa settimana, Apple in Cina ha sorpreso gli osservatori mondiali, registrando un sensazionale incremento del 70% delle vendite rispetto all’anno precedente grazie al lancio dell’ultimo iPhone.
Ciononostante, Apple dovrà mantenere alto il livello di attenzione. I competitors cinesi, infatti, non sono stati a guardare mentre la compagnia di Cupertino incrementava le proprie vendite nell’Impero di Mezzo.
Un competitor, in particolare, sta ottenendo risultati che solo qualche anno fa sarebbero stati inconcepibili: si tratta di Xiaomi che, con una modalità di diffusione estremamente efficace ed aggressiva, ha guadagnato posizioni ad una velocità sorprendente, fino a divenire effettivamente il primo competitor sul mercato asiatico dei giganti mondiali dei dispositivi mobili: Apple e Samsung.
Lei Jun, CEO di Xiaomi, ha recentemente dichiarato che entro i prossimi 10 anni la start-up pechinese diventerà il primo produttore mondiale di dispositivi mobili, superando i due giganti del settore, Apple e Samsung.
Fondata nel 2013 a Beijing, XiaoMi è riuscita in tre anni ad imporsi sulla scena tech internazionale come il primo rivale di Apple non solo in Cina, ma su scala globale.
Basti pensare che lo scorso anno ha venduto oltre 61 milioni di smartphones, più del triplo dei dispositivi venduti nel 2013.
Poche settimane fa, questa giovane azienda ha raccolto più di un miliardo di dollari di nuovi finanziamenti, ed il valore della compagnia è stato fissato a circa 45 miliardi di dollari, andando a raggiungere la statunitense Uber (l’azienda che ha rilasciato l’omonima app mobile che mette in contatto autisti e passeggeri) nella classifica delle start-up più quotate del mondo.
Ciò che secondo Chris Jones, analista presso Canalys, ha reso possibile il grande successo riscosso da Xiaomi in Cina è stata una precisa strategia di pricing, volta a mantenere un margine di guadagno estremamente basso per ogni dispositivo venduto (20 USD), unita all’aumento delle dimensioni e della qualità degli schermi.
Ne è chiaro esempio ciò che è successo con la messa in vendita dell’ultimo tablet prodotto dalla casa cinese: il Mi Note, subito riconosciuto dagli esperti del settore come il principale sfidante dell’iPhone 6 Plus.
Con un prezzo di lancio di 2299 yuan (circa 370 USD) per il modello da 16 Gb di memoria, il Mi Note costa quasi due terzi in meno del rivale Apple.
Alla fine di gennaio è stato messo in vendita il primo lotto del Mi Note, e l’effetto è stato a dir poco incredibile: sold-out in 3 minuti.
Complice dello strepitoso successo di Mi Note è stata, per gli analisti del mercato cinese, la strategia di vendita online dei propri prodotti messa in atto da Xiaomi.
Questa modalità di vendita, perfettamente allineata con la Cina contemporanea, dove la sempre più grande ‘middle class’ accede ad internet regolarmente per shopping e pagamenti, permette inoltre a Xiaomi di sapere con anticipo il volume di prodotti richiesti dai consumatori, grazie alla possibilità di eseguire un pre-order pagando il dispositivo in anticipo.
Come ha avuto modo di argomentare Wang Jun di Analysis International, Xiaomi mantiene prezzi estremamente bassi massimizzando il margine di guadagno, sfruttando il costante calo del costo dei componenti degli smartphone: tra il momento in cui il cliente effettua il pre-order e quello in cui la produzione viene avviata, Xiaomi riesce a ridurre i costi di produzione aumentando il guadagno senza variazioni sul prezzo finale.
Ryan Lei, analista presso IDC, sostiene che le strategie messe in atto da Xiaomi andranno inevitabilmente a trasformare lo scenario globale ed il mercato dei prodotti di telefonia mobile: ‘Ora i consumatori si aspettano telefoni con specifiche di alto livello a prezzi contenuti’.
La sfida lanciata da Xiaomi alle ‘sorelle maggiori’ Samsung ed Apple è estremamente diversificata, e va ben oltre la semplice vendita di dispositivi mobili.
Si tratta di una strategia diversificata e strutturata per fidelizzare i propri clienti, che passa anche dalla capacità di creare, pezzo dopo pezzo, un vero e proprio ‘sistema integrato’, che esuli dalla semplice telefonia.
Xiaomi ha tutte le caratteristiche per essere la prima compagnia dell’era degli smartphone in grado di passare all’era successiva divenendone leader, quella dell’internet delle cose, dove ogni tipo di oggetto dentro e fuori casa sarà dotato di connessione.
Secondo Ben Thompson, noto tech-blogger internazionale, Xiaomi sta già mettendo in atto questo switch, brevettando e producendo Smart TV, purificatori d’aria e dispositivi per la cura del corpo (come Mi Band, il recentemente lanciato accessorio per il fitness che sta registrando volumi di vendita eccezionali), tablets, router Wi-Fi e Wi-Fi dongles.
Questo dato, unito all’età media del consumatore Xiaomi (18-30 anni), ci fa comprendere la portata di questa strategia a medio-lungo termine: quando i i fidelizzati utenti Xiaomi di oggi potranno permettersi di andare a vivere da soli, scrive Thompson, ‘avranno bisogno di comprare televisori, purificatori d’aria e tutta una serie di beni di prezzo relativamente alto. Quale brand pensate che sceglieranno?’
Sebbene Apple sia riuscita nel 2014 ad allineare i propri prodotti con le esigenze del mercato cinese, ottenendo come risultato il grande successo di cui abbiamo parlato in apertura, nei prossimi anni dovrà intensificare gli sforzi per fare fronte ad un avversario giovanissimo, ma che già sta cambiando le regole del gioco.
Xiaomi, senza quasi uscire dai confini della Cina (il 97% degli smartphones Xiaomi è venduto in territorio cinese), ha saputo conquistare per sè un posto ‘tra i grandi’, conquistando il mercato cinese ed entrando nel mercato internazionale con prodotti di qualità a prezzi notevolmente ridotti, con una strategia a lungo termine che, sebbene ancora oscura in molti punti, lancia una sfida che l’azienda fondata da Steve Jobs non potrà ignorare.
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